Mi chiamo Filippo Rapposelli, ho 31 anni e sono un montanaro!

Se mi guardo indietro mi accorgo che, da quado sono nato, l’Avventura è sempre stata una
parte fondamentale della mia vita; i viaggi in camion con mio padre cantando i Nomadi,
le fughe estive in bicicletta che sembravano vere spedizioni himalayane sono i miei ricordi di bambino.

Credo di aver fatto qualche progresso da allora… forse grazie ai libri di Tolkien, alla storia di Alexander Supertramp, ai pezzi dei Modena City Rmblers.

Ma andiamo per ordine!

Vivo in Abruzzo, in provincia di Pescara, all’interno del Parco Nazionale della Maiella, in un piccolo paesino nel cuore della Valle dell’Orta, Bolognano.

Credo di essermi innamorato della montagna nella primavera del 2013 quando il mio vicino di casa mi accompagnò, per la mia prima volta, in uno dei posti più spettacolari e suggestivi della Maiella, Pianagrande. Ricordo le sensazioni di stupore e timore vissute nello stesso momento; stupore nel vedere l’incredibile grandiosità e bellezza di ciò che mi circondava, timore nell’aver realizzato quanto sia piccolo l’uomo al cospetto della montagna e quelle sensazioni mi facevano stare dannatamente bene!

Da quel giorno sarebbero passati 5 anni fino alla mia successiva salita in montagna. Dopo quel fugace incontro non ebbi più la curiosità o l’esigenza di tornare nella natura dove mi ero sentito cosi bene. In effetti si faceva strada una sempre più forte sensazione di incompletezza, una vocina da dentro mi diceva di cercare quel qualcosa che mi facesse sentire davvero bene, qualcosa che desse pace al mio animo inquieto, dovevo assolutamente trovare la mia strada… o il mio sentiero!

In un giorno di primavera del 2018, in totale crisi esistenziale, mi tornò in mente quel luogo in cui ero stato pochi anni prima, mi balenarono nella testa quelle sensazioni nuove e forti di cui sentivo di aver bisogno. In un attimo saltai in macchina per ripercorrere la strada che nel 2013 mi aveva portato fino a Pianagrande, in alto sulla Maiella. Ero di nuovo li, nel cuore della montagna, da solo, e grazie a quella solitudine stavo pian piano capendo quale era la strada da prendere. Ero faccia a faccia con la natura selvaggia, ora capivo a pieno cosa
intendesse Chris Mc Andless quando viveva i suoi ultimi giorni nel “Magic Bus”.

In un attimo tutto fu chiaro, avevo trovato la serenità di cui tanto avevo bisogno, non l’avrei lasciata andare per nessun motivo al mondo… per me, da quel giorno, la montagna sarebbe stata pura terapia. Da quel momento iniziai a sentire l’esigenza incontrollabile di camminare, di viaggiare lentamente, di tuffarmi nei boschi, di esplorare sentieri; di andare lì dove i ritmi della vita rallentano, di andare dove le convenzioni sociali e l’ipocrisia nociva della società moderna ci si scrollano di dosso; nei boschi, tra le montagne, torniamo ad esse parte di qualcosa di infinitamente più puro e semplice, torniamo alla Natura!

Il 2018 è stato veramente un anno importante, segnato da cose importanti… La prima esperienza di cammino l’ho fatta proprio a due passi da casa, qui in Italia. Prima leggendo la guida che conservo gelosamente, poi fisicamente a piedi da Piazza Maggiore a Piazza della Signoria, da Bologna a Firenze ho percorso quella che un tempo era l’antica via Flaminia, via romana che metteva in comunicazione i due versanti dell’Appennino. Proprio attraverso i suoi 125 chilometri fatti di natura e paesaggi mozzafiato, proprio attraverso La Via degli Dei mi sono ritrovato a scavalcare letteralmente gli appennini; scelgo di partire da solo per poter cogliere ogni minima vibrazione che questo cammino aveva da offrirmi. Dopo cinque giorni di sole e pioggia, dormendo in tenda tra la nebbia dei boschi, concludo quella che è stata per me la prima “Grande Avventura”; indimenticabile esperienza, momento di enorme crescita tecnica e personale.

Lo stesso anno, ancora da solo, ancora affamato di esperienze, decido di percorrere i 900 chilometri che separano i Pirenei francesi dalle pianure nord – occidentali spagnole, decido di percorrere il cammino di Santiago. Lì conosco persone provenienti da ogni parte del mondo, ascolto le loro fantastiche storie che porterò sempre con me. Un viaggio lento. Un’esperienza di vita indimenticabile. Armato di zaino e gambe imparo ad apprezzare la lentezza di vivere, quel ritmo lento che ci permette di assaporarne ogni dettaglio.

Oggi, nel 2023, la mia passione è diventata la mia professione, sono una Guida Ambientale Escursionistica. Accompagno le persone in ambiente naturale, fornisco loro le nozioni basilari della pratica escursionistica per affrontarla in autonomia e sicurezza migliorando il livello di consapevolezza; progetto e svolgo laboratori e iniziative di didattica, educazione, interpretazione e divulgazione ambientale…

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